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Tutti ne posso prendere atto, la possono vedere, incrociare ogni giorno, basta un colpo d’occhio. Basta, per fare un solo esempio, guardare distrattamente al telegiornale le immagini di un qualsiasi parlamento o di un esecutivo, le riprese girate in un’aula di tribunale, nelle sedi di una segreteria di partito o di sindacato: tutti organismi composti da uomini e quando questo non accade, è perché le donne sono riuscite a conquistare più spazi o perché si è dovuto ricorrere a contrappesi di genere, imposti per legge, come ha recentemente deciso di fare il governo della California, che obbliga i consigli di amministrazione quotate nello stato, ad avere almeno un componente donna al loro interno.

Quello che è certo è che le soluzioni non possono e non devono venire dagli uomini. Qualunque azione o soluzione o approccio, deve arrivare dalla metà discriminata di questo pianeta e non da quella che le discrimina. Gli uomini possono avere l’opportunità di condividere un cammino con le donne e supportarlo con tutti i mezzi di cui dispongono. Il primo e più importante, è la buona fede, l’onestà intellettuale, la capacità di sentirsi profondamente parte di un problema e assumersi le conseguenti responsabilità.

Da uomo, so cosa dire e suggerire agli altri uomini e da uomo ho grandissime difficoltà a dire o suggerire qualcosa alle donne. Posso solo augurarmi che si possano aprire spazi sempre maggiori di consapevolezza e coscienza e che questi spazi possano aumentare il loro livello di autodeterminazione e garantire un rispetto più completo delle pari opportunità in ogni settore della nostra società. In questo senso, la strada è ancora molto lunga, ma ci piace pensare che non sia infinita.

Citiamo un episodio. Nel corso di un workshop al CERN di Ginevra, dedicato specificatamente al tema del genere, all’interno degli studi sulle alte energie, il professore e ricercatore Alessandro Strumia ha prodotto un intervento apertamente sessista, sostenendo fondamentalmente che se una discriminazione di genere esiste nel mondo della fisica sperimentale, è proprio contro gli uomini, penalizzati nei confronti delle colleghe donne, meno meritevoli scientificamente, ma invece più tutelate e garantite. E per dar prova di questa tesi, ha citato, nello sconcerto di tutti, il nome di una scienziata che secondo lui, era stata avvantaggiata, a suo danno, per la vittoria di un concorso. Proprio in virtù di questa discriminazione di genere al contrario. Strumia, non si è fatto remore a sostenere, durante il suo intervento, che le donne non siano, per loro natura, adatte ad occuparsi di fisica. Se queste affermazioni non fossero gravissime e inaccettabili (e infatti non sono fortunatamente passate senza conseguenze), farebbero sorridere, pensando che sono state pronunciate in un convegno voluto dal CERN, di cui è direttrice proprio una donna, Fabiola Giannotti e che poi, solo pochi giorni dopo, il Nobel per la fisica è stato contestualmente assegnato oltre che a Arthur Ashkin e Gérard Mourou, anche a Donna Strickland, terza scienziata ad ottenere questo riconoscimento dopo Marie Curie nel 1903 e Maria Goeppert-Mayer, nel 1963.

A lei, a tutte quelle che ci sono state e che verranno, vanno le nostre più sincere congratulazioni.