Seleziona una pagina

Cosa significa e cosa ha significato occuparsi professionalmente di benessere durante il lockdown? Venere 50 lo ha chiesto ad Annalisa Ricchetti, naturopata e Life e Business Coach.

 

 

Annalisa, parlaci del tuo lavoro

 

Sono naturopata, psicosomatista, coach professionista life and business. Da vent’anni mi occupo, come naturopata, di rilassamento e di gestione dello stress, attraverso tecniche naturali come il respiro, le visualizzazioni guidate e le tecniche corporee. Come coach mi occupo di formazione, aiutando le persone a trovare quelle abilità e competenze che gli permettono di migliorarsi nella vita privata e anche nel lavoro. Ad esempio, migliorarsi nella comunicazione imparando a creare una congruenza tra voce e linguaggio del corpo. Quello su cui punto molto e chiedo a chi segue miei corsi, di predisporsi con un’intenzione autentica, è la consapevolezza di volere ardentemente un miglioramento che desideriamo e che ci appartiene. A volte ci vogliamo conformare a delle performance che non sono per noi e questo poi ci fa stare male. 

Il rilassamento per me fa parte del ciclo energetico della vita, un passaggio obbligatorio che la maggior parte della gente non compie, ma noi non possiamo solo agire e quindi stare in un sistema di allerta, passando dalla tensione all’azione, dobbiamo necessariamente passare dal rilassamento, altrimenti il cambiamento non è possibile.

 

Com’è cambiato il tuo lavoro, in questo periodo di lockdown? 

 

Il mio lavoro è cambiato tantissimo. Considerando che è fatto di relazioni, di contatti e di abbracci, ho dovuto modificare completamente l’approccio. Per fortuna avevo già iniziato un po’ prima seguendo online alcune persone che abitano distanti. Comunque mi sono messa a studiare tantissimo e ho dedicato questo tempo a imparare e ad utilizzare le camere virtuali di Skype o le dirette su Facebook. Ho cercato di mantenere così il contatto con i miei clienti mettendo a disposizione questi servizi in modo gratuito, nell’ottica di una crescita comune.

  

 Come pensi cambierà il tuo lavoro dopo la pandemia? 

 

Innanzitutto mi auguro di riabbracciare presto i miei clienti e riprendere ad incontrarli di persona. Certo è che, rispetto alla possibilità di riformare dei gruppi, le previsioni parlano di lunghi periodi, quindi il mio ‘dopo’ sarà molto virtuale. Questo ha richiesto che io ristrutturassi i miei corsi, perché ovviamente non si possono riproporre le formule che si facevano in presenza, tali e quali a distanza e quindi ho rimodulato i percorsi in una modalità a distanza, cercando di mantenere il più possibile il calore e la vicinanza della presenza

 

Che messaggio vuoi inviare alle donne, in questa fase di ripresa? 

 

Con il mio lavoro ho la fortuna di incontrare molte donne, imprenditrici e non e parlando con loro, già da tempo è emersa la necessità di far circolare maggiormente le attitudini femminili. Dopo questo periodo, per ripartire, ce ne sarà ancora più bisogno e quindi il mio invito alle donne è quello di riappropriarsi ed aver fiducia nella propria capacità di accoglienza, gentilezza, comprensione e nella propria creatività!