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Il gender gap legato all’emergenza COVID di cui ci siamo già occupati in precedenti occasioni, trova un’ulteriore e preoccupante conferma in un recente rapporto diffuso da Save the children, intitolato “Le equilibriste: maternità in Italia nel 2020”.

 

La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ha affermato che  ”il rapporto presentato oggi da Save the Children Italia sulla maternità nel nostro Paese ci restituisce una fotografia chiara sul ruolo e sulle fatiche delle madri, aumentate con l’emergenza sanitaria. È un’ulteriore conferma che è il tempo di agire e di farlo subito con politiche di stabilità e orizzonte per le famiglie. Il Paese ha urgente bisogno di un investimento forte nelle relazioni, nelle reti sociali, nell’educazione e nel lavoro delle donne. Il #FamilyAct ha già tracciato la strada, è da qui che possiamo finalmente invertire la rotta“.

 

In poche parole, il nostro paese, che già lamentava un grosso problema di disparità di genere, non è stato capace di impedire che questa forbice si allargasse ulteriormente sotto i colpi dell’emergenza e i diversi Decreti emessi (dal “Cura Italia”, al più recente Decreto Rilancio) sono riusciti a raggiungere una platea minoritaria di genitori  lavoratori, fornendo aiuti in termini di congedi parentali o bonus baby sitter.

 

Come riportato nel report di Save the children “Moltissime donne con lavori precari, intermittenti, freelance, occasionali e nel sommerso rischiano di essere le vittime economiche del Covid-19. Il blocco della maggior parte delle attività non solo determinerà un impoverimento anche per chi beneficia delle misure poste in essere (incluso il congedo al 50% dello stipendio) rispetto alla condizione pre-emergenza per moltissime mamme lavoratrici, ma in molti casi le donne a maggior rischio di esclusione sociale resteranno escluse anche da queste misure

 

Avevamo già sottolineato come il lockdown avesse provocato un aumento di carico di lavoro per il 75% delle madri, situazione aggravata da una copertura a macchia di leopardo dei servizi per la prima infanzia, ancora garantiti là dove sono gestiti dal pubblico e pesantemente ridimensionati nel settore privato, colpito economicamente dalla sospensione delle attività e oggi a rischio di chiusura.

 

In un paese che ha registrato per la prima volta un saldo negativo tra nascite e morti, l’impatto del COVID rischia di far diminuire ulteriormente il suo tasso di natalità e le istituzioni, a partire dal governo, sembrano non aver colto la gravità della situazione e di come i suoi effetti rischino di riverberarsi ancora a lungo, se non si adotteranno, presto e subito,  nuove politiche più eque e lungimiranti.