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Scoprire l’identità di una donna per quello che ha fatto e non per come è fatta: questa è l’idea di Who’s She? (Lei, chi è?), rivisitazione in chiave femminile e femminista di Identikit, un vecchio gioco da tavola in cui ci si sfidava a riconoscere dei personaggi basandosi su dettagli del loro aspetto.

 

 

 

Qui, l’aspetto, non ha invece nessuna importanza, perché Who’s She? vuole invece insegnare alle bambine e ai bambini a riconoscere 28 donne per ciò che hanno realizzato nel corso delle loro esistenze. Un gioco che serve a far capire che ai volti e ai nomi di queste donne va associato prima di tutto una qualifica: astronauta, chimica, regina, medico, politica, attivista, pittrice, boxeur… L’intenzione è evidente: fare in modo che le giovani giocatrici di Who’s She? sappiano che la storia è stata fatta anche da molte donne che con le loro abilità, competenze, ingegnosità e molto spesso, con il loro coraggio, hanno saputo cambiare il mondo e dare contributi fondamentali alla scienza, all’arte, alla politica o allo sport.

 

E allora ecco l’idea, semplice ed efficace,  stimolare contemporaneamente curiosità ed un sano orgoglio di genere, mostrando come una bambina possa e debba aspirare a diventare una grande donna, come le 28 protagoniste di questo gioco, tra le quali possiamo citare Marie Curie, Valentina Tereskhova, Harriet Tubman o Frida Khalo.

 

Who’s She? ha anche il pregio di essere realizzato interamente in legno, in tutte le sue componenti e di avvalersi del contributo della disegnatrice Daria Gołąb, autrice di tutti i 28 ritratti delle 28 donne protagoniste del gioco. Un gioco in cui, per riuscire a riconoscerle, non servirà chiedere il colore dei loro capelli, se portano gli occhiali o hanno gli occhi scuri, ma se hanno mai vinto un Nobel o hanno fatto un’importante scoperta o ancora, se sono state grandi campionesse sportive. Meglio, no?